Politiche sostenibili che impattano le aziende calzaturiere e dell’abbigliamento

Il Progetto VETting Green mira a promuovere la trasparenza e una conoscenza condivisa di pratiche sostenibili, aiutando a prevenire fenomeni di greenwashing nel calzaturiero, abbigliamento e settori affini.

Lo scopo del Policy Brief e di sottolineare le politiche esistenti e spianare la strada per lo sviluppo di nuove che diano la possibilità agli organismi pubblici e agli stakeholder di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo sforzo mira a supportare la crescita sostenibile nelle comunità e includere attivamente coloro che prendono parte ai processi produttivi del calzaturiero e dell’abbigliamento. Inoltre, si cerca di identificare pratiche non adeguate che danneggiano la reputazione dell’industria.

Questo Policy Brief è un punto di partenza per lo studio e la ricerca sulla legislazione in materia di greenwashing, compresa l’identificazione di casi di successo sulla comunicazione delle dichiarazioni verdi.

La Commissione Europea (CE) ha iniziato il suo sforzo in materia di sostenibilità nel 2015 con il Circular Economy Action Plan, che include 54 misure per guidare l’Europa verso un’economia circolare, aumentare la competitività, rafforzare la crescita e creare posti di lavoro. Nel 2019 e nel 2020, la CE ha introdotto il Green Deal Europeo e il New Circular Economy Action Plan, mirando ad un’Europa neutrale dal punto di vista climatico, interamente circolare e sostenibile entro il 2050. Da quel momento, vari regolamenti e proposte sono state lanciate, prendendo di mira la gestione degli scarti, l’eco-design, la deforestazione e temi Ambientali, Sociale e di Governance (ESG).

Le industrie delle calzature e dell’abbigliamento si sono impegnate a favore della sostenibilità adottando pratiche come l’eco-design, la tracciabilità e il passaporto digitale dei prodotti. Tuttavia, la sostenibilità è stata utilizzata anche come strumento di marketing, con molti marchi che hanno fatto affermazioni vaghe o non supportate da dichiarazioni di “riciclato”, “biobased” o “vegano”, portando al greenwashing. Uno studio della Commissione Europea del 2020 ha rilevato che oltre il 53% delle affermazioni ambientali erano fuorvianti e il 40% non erano comprovate.

Per combattere il greenwashing, la CE ha proposto dei regolamenti sulle green claim e sta lavorando a proteggere i consumatori da pratiche di marketing fuorvianti. Inoltre, i settori calzaturiero e dell’abbigliamento devono sviluppare nuove competenze e programmi formativi per preparare la forza lavoro a un futuro più sostenibile e competitivo.

Diverse politiche UE e iniziative stanno impattando la sostenibilità nel calzaturiero e nell’abbigliamento.

Le comunicazioni chiave della Commissione Europea includono il Green Deal Europeo (COM 2019) per la neutralità climatica e il Circula Economy Action Plan (COM2020) per l’efficientamento delle risorse. La Strategie UE per la Biodiversità (COM 2020) mira a reastaurare gli ecosistemi, mentre il Fit for 55 (COM 2021) si focalizza sul centrare gli obiettivi climatici per il 2030. Il Green Deal Industrial Plan (COM 2023) e il Europe’s 2040 Climate Target (COM 2024) spinge le industrie a zero emissioni e la neutralità climatica a lungo termine.

La raccomandazione (UE) 2021/2279 promuove l’uso dei metodi dell’impronta ambientale per valutare e comunicare le prestazioni ambientali del ciclo di vita dei prodotti (PEF) e delle organizzazioni (OEF). L’obiettivo è quello di standardizzare le misurazioni dell’impatto ambientale e migliorare la trasparenza delle dichiarazioni di sostenibilità.

La Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità delle imprese (UE) 2022/2464 estende la rendicontazione di sostenibilità alle grandi imprese e alle PMI entro il 2024. Il Regolamento 2023/2772 stabilisce gli standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS). La Direttiva (UE) 2024/825 combatte il greenwashing richiedendo informazioni chiare sulla sostenibilità. La Direttiva (UE) 2024/1760 sulla Due Diligence di sostenibilità delle imprese responsabilizza le grandi aziende per i diritti umani e l’impatto ambientale delle loro catene di approvvigionamento. La Direttiva (UE) 2024/1799 promuove i beni riparabili per migliorare la protezione dei consumatori e dell’ambiente.

Il Regolamento sulla Deforestazione (UE) 2023/1115 vieta la vendita nell’UE di prodotti legati alla deforestazione dopo il 2020, con ripercussioni su prodotti come il bestiame, il cacao e l’olio di palma. Il Regolamento REACH (UE) 2023/2055 limita l’uso di microparticelle di polimeri sintetici (microplastiche) a partire da ottobre 2023. Il Regolamento sulla Progettazione Ecocompatibile (UE) 2024/1781 sostituisce la direttiva precedente, stabilendo criteri di progettazione ecocompatibile più severi per i prodotti sostenibili, introducendo passaporti digitali dei prodotti e promuovendo gli appalti pubblici verdi per ridurre le emissioni di carbonio e l’impronta ambientale.

La direttiva sulle Dichiarazioni Verdi (COM 2023/166) mira a regolamentare le modalità con cui le aziende dimostrano e comunicano le dichiarazioni ambientali, prevenendo il greenwashing. La Proposta di Direttiva sui Rifiuti (COM 2023/420) introduce la responsabilità estesa del produttore (EPR) per i prodotti tessili, incentivando la circolarità e la riduzione dei rifiuti. Il Regolamento sul Lavoro Forzato (COM 2022/453) vieta dal mercato dell’UE i prodotti realizzati con il lavoro forzato, imponendo alle aziende di sottoporsi a ispezioni approfondite. Infine, la Proposta di Regolamento sulle Microplastiche (COM 2023/645) mira a prevenire le perdite di pellet di plastica per ridurre l’inquinamento da microplastiche, con ulteriori analisi necessarie per altre fonti.